9-dic-2020 14.09.00 / di Matilde Ricci Matilde Ricci

Anche se l’acqua del rubinetto è un bene pubblico e deve rispettare precisi requisiti per legge, non è identica su tutto il territorio nazionale. La durezza dell’acqua del rubinetto, ad esempio, è un parametro variabile a seconda della fonte e influisce sulla quotidianità: non a caso per allungare la vita agli elettrodomestici come caldaia o lavatrice, in caso di acqua “dura” si utilizzano prodotti o dispositivi definiti “addolcitori”. La domanda più importante è: l’acqua con una elevata durezza si può bere?

Durezza acqua del rubinetto

Per durezza dell'acqua si intende un valore che esprime il contenuto totale di ioni di calcio e magnesio, dovuti alla presenza di sali solubili nell'acqua. È influenzata dalla sorgente in cui si trova: l’acqua infatti si arricchisce di minerali e sali disciolti presenti nelle rocce e nei terreni che attraversano, la cui concentrazione varia per ragioni naturali (composizione chimica naturale della roccia o del terreno) o a causa delle attività umane che vanno a modificare le concentrazioni chimiche di terreni o fiumi.

 

La durezza si riferisce al contenuto di sali di calcio e magnesio nell’acqua ed è un fenomeno naturale. 

Le acque si distinguono in:

  • Leggere o dolci, se la durezza è inferiore a 15 °F (gradi francesi);
  • Mediamente dure, se la durezza compresa tra 15 e 30 °F;
  • Dure, se la durezza è superiore a 30 °F.

Questo dato non è uguale su tutto il territorio nazionale; in alcune zone d’Italia l’acqua di rubinetto può essere particolarmente ricca di sali di calcio e magnesio che determinano quella che viene definita “durezza”. Un’acqua che viene definita molto dura ha valori che superano i 30°f (gradi francesi) ma non si tratta di un valore che ne determina una scarsa qualità. 

Infatti, la durezza dell’acqua non ha a che fare con l’inquinamento e non significa che non si possa bere.

La legge prevede infatti che le aziende pubbliche di trattamento e distribuzione dell’acqua immettano solo acqua potabile, quindi bevibile, rispettando precisi parametri di sicurezza a garanzia della salute pubblica.

Il primo segnale di elevata durezza dell’acqua è la presenza di calcare, cioè di una patina biancastra che si deposita a lungo andare sul lavandino, oppure sulla pentola, con la bollitura. Questo può accadere anche se l’acqua è potabile.

Se la presenza di calcare ti disturba e dà un cattivo sapore all’acqua, hai due scelte: puoi consumare l’acqua in bottiglia per cucinare e bere oppure scegliere la microfiltrazione, che è una tecnica sempre più diffusa.

Se in casa hai molte bottiglie di plastica, invece di buttarle, prova a riciclare in questo modo:

Acqua in bottiglia vs Filtrazione

L’acqua in bottiglia è una scelta contraria alla sostenibilità che invece promuove la riduzione dei rifiuti di plastica e non certamente economica. Ridurre il consumo di plastica da imballaggi è una prorità mondiale, leggi qui come fare:

La filtrazione, al contrario, permette di avere acqua disponibile in vari gusti e fresca prelevandola dal rubinetto e affinandola attraverso un sistema di filtrazione.

Con la filtrazione ottieni:

  • Meno rifiuti di plastica da smaltire;
  • Niente più bottiglie che occupano spazio;
  • Risparmio, perché smetti di acquistare acqua in bottiglia;
  • Acqua buona e adatta a ogni gusto (naturale, frizzante, fredda o temperatura ambiente).

C'è ancora molto da scoprire sull'acqua, elemento prezioso per la salute che diamo troppo spesso per scontato. Per questo ti invito a leggere questa guida sull'acqua per avere tutte le informazioni corrette per fare importanti scelte alimentari come quella dell'acqua da bere.

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Categorie: Erogatori d'acqua, Qualità dell'acqua

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Scritto da Matilde Ricci