Troppe bottiglie di plastica in uso nelle famiglie italiane, ancora poca consapevolezza della buona qualità dell’acqua del rubinetto. È quello che emerge da una ricerca di Ipsos di maggio 2019. Eppure 9 persone su 10 riconoscono che è necessario ridurre il consumo di prodotti con imballaggi in PET o plastica e partendo dalle grandi città e dai più giovani, la cultura del plastic free sta diventando sempre più uno stile di vita.
In questo articolo prenderemo posizione, dicendo che è ora di smettere di comprare acqua in bottiglie di plastica. Ecco le buone ragioni per finirla e soprattutto quali sono le alternative di consumo che siano salubri innanzitutto ma anche sostenibili dal punto di vista dell’impatto ambientale.
La riduzione della plastica passa per la consapevolezza
Eliminarla completamente non è possibile. Non solo perché questa è considerata l’era della plastica ma anche perché è oggettivamente un prodotto utile. Come ogni oggetto, non è un nemico se ne facciamo buon uso.
Il buon uso è ad esempio l’alleggerimento delle componenti delle auto oppure l’utilizzo in dispositivi medici.
Il cattivo uso è l’imballaggio di qualsiasi cosa soprattutto in campo alimentare: la diffusione del cibo pronto in monoporzione ha allargato il problema a dismisura. Si sono visti addirittura frutti sbucciati e plastificati, come mandarini già sbucciati e pronti al consumo.
Pigrizia e abitudini distorte hanno fatto in modo che per anni il problema rimanesse sottovalutato e oggi ci troviamo invasi da rifiuti di plastica.
L’esempio da manuale rispetto all’uso inutile della plastica è l’acqua.
Se magari tanti anni fa l’acqua in bottiglia poteva avere un senso, oggi con i controlli negli acquedotti e lungo tutta la rete idrica e con gli standard da rispettare a norma di legge, l’acqua del rubinetto sgorga potabile dai rubinetti di tutta Italia o quasi.
L’Italia invece per tradizione è tra i primi Paesi al Mondo per consumo di acqua in bottiglia di plastica. Ad aggiungersi al problema della plastica c’è anche il problema del trasporto: Legambiente ha infatti evidenziato che l’80% dell’acqua, una volta imbottigliata viene trasportata su gomma in una regione diversa: viene quindi caricata su camion che inquinano in termini di emissioni di gas di scarico e polveri sottili.
Acqua in bottiglie di plastica: 3 ragioni per smettere di berla
- L’acqua in bottiglia di plastica inquina due volte: per la plastica e per il trasporto come abbiamo visto nel paragrafo qui sopra.
- Il PET non è poi così salubre: se viene esposto a calore e luce solare può deteriorarsi con la migrazione di microparticelle nell’acqua, come si legge nell’etichetta delle bottiglie d’acqua (conservare in luogo fresco e senza luce diretta). Se a casa siamo sicuramente attenti a seguire le indicazioni di conservazione, bisognerebbe essere certi anche della catena di trasporto e di stoccaggio in negozio. Le bottiglie di plastica sono sempre conservate correttamente? Almeno un dubbio è lecito averlo.
- L’acqua del rubinetto è salubre e maggiormente controllata. L’acqua corrente della rete idrica viene infatti testata dai laboratori quotidianamente mentre l’acqua in bottiglia, una volta imbottigliata non viene più controllata.
Quali sono le soluzioni alternative?
L’acqua in vetro, che però è ugualmente scomoda, e l’erogatore domestico.
Erogatori a microfiltrazione per la casa e non solo
Migliorare il sapore dell’acqua del rubinetto attraverso l’uso di un erogatore a microfiltrazione è la soluzione più pratica:
- Si utilizza l’acqua del rubinetto;
- Non ci sono spese per l’acquisto di una risorsa che hai già a disposizione;
- Non hai più bisogno di fare scorte.
Con l’erogatore a microfiltrazione si taglia sensibilmente la produzione di rifiuti di plastica, contribuendo alla riduzione dell’inquinamento.
Abbiamo appena iniziato a introdurre l’argomento ma ci sono ancora aspetti importanti da conoscere per migliorare la consapevolezza sul consumo di acqua. Li abbiamo raccolti in una guida gratuita scritta dai nostri esperti dell’acqua.
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