15-feb-2024 14.18.00 / di Matilde Ricci Matilde Ricci

Oggi più che mai, il problema dell'impatto ambientale delle microplastiche è di grande importanza e attualità. L'aumento della temperatura globale ci spinge a intervenire il prima possibile per contrastare l'innalzamento delle temperature, riducendo l'inquinamento e cercando soluzioni sostenibili. Ma come si formano le microplastiche, e cosa possiamo fare nella nostra vita quotidiana?

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Aquatic Toxicology, soltanto in Europa, ogni anno, vengono rilasciate 42mila tonnellate di microplastiche che hanno conseguenze dannose per salute ed ecosistemi. Al fine di contrastare questa problematica, il Green Deal si propone di limitare la dispersione di queste sostanze nell'ambiente almeno del 30% entro il 2030.

Indice degli argomenti dei questo articolo:

 

Microplastiche: di cosa si tratta?

Le microplastiche sono particelle di plastica molto piccole, solitamente inferiori ai 5 millimetri, che si sono formate come risultato della frammentazione e della degradazione di oggetti più grandi, come sacchetti di plastica, bottiglie e imballaggi. Queste piccolissime particelle rappresentano una grande minaccia per l'ambiente e la vita marina. La formazione delle microplastiche avviene principalmente attraverso due processi: la frammentazione meccanica e la fotodegradazione.

  • Frammentazione meccanica
    Si tratta di un processo che si verifica quando gli oggetti di plastica vengono sottoposti a forze esterne, come l'azione delle onde marine, il movimento delle correnti e l'abrasione sulle superfici rocciose. Questo processo provoca la rottura dei materiali di plastica in particelle sempre più piccole. Ad esempio, un sacchetto di plastica abbandonato in mare può essere scomposto dalle onde e dal movimento delle correnti, trasformandosi in migliaia di microplastiche. Queste particelle possono poi essere ingerite dagli organismi marini, causando danni alla loro salute e alla catena alimentare.
  • Fotodegradazione
    Si verifica quando la plastica viene esposta alla luce solare. I raggi UV del sole possono danneggiare la struttura chimica della plastica, causando la sua decomposizione in particelle sempre più piccole. Questo processo è particolarmente frequente nelle aree costiere, dove la plastica può rimanere esposta alla luce solare per lunghi periodi di tempo. Ad esempio, le bottiglie di plastica abbandonate sulla spiaggia possono essere gradualmente degradate dalla luce solare, trasformandosi in microplastiche che possono essere facilmente trasportate dall'acqua verso gli oceani.

È fondamentale agire tempestivamente per affrontare questo problema, sempre più urgente. Non spetta solo agli Stati e alla politica adottare soluzioni efficaci per mitigare i rischi, ma ognuno di noi può contribuire in modo significativo.

 

Cosa possiamo fare quotidianamente

Ogni giorno, ognuno di noi può fare la propria parte per ridurre la formazione di microplastiche. Possiamo iniziare adottando piccoli gesti quotidiani che però possono fare la differenza.

Ecco alcuni suggerimenti pratici:

 

  • Seleziona con cura i cosmetici
    Scegli prodotti cosmetici senza microsfere di plastica. È semplice, basta controllare l’etichetta e assicurarsi che non contengano microsfere di plastica tra gli ingredienti.
  • Ricicla correttamente
    Assicurati di separare correttamente i rifiuti e di mettere la plastica nei contenitori appositi per il riciclaggio.
  • Partecipa a iniziative di pulizia
    Partecipa a iniziative locali di pulizia delle spiagge e dei fiumi per contribuire a rimuovere la plastica dall'ambiente.
  • Educa gli altri
    Condividi le tue conoscenze sul problema delle microplastiche con amici, familiari e colleghi per sensibilizzare e incoraggiare anche loro a prendere provvedimenti.
  • Riduci l'uso di plastica monouso
    Opta ogni volta che è possibile per prodotti riutilizzabili come borracce, sacchetti di stoffa e contenitori per alimenti in vetro o acciaio inossidabile.
  • Bevi l’acqua del rubinetto
    È forse la soluzione più facile e efficace. Scegliendo l'acqua del rubinetto, contribuisci a diminuire la produzione di bottiglie di plastica monouso, che sono uno dei principali responsabili dell'inquinamento da microplastiche. Infatti, molte di queste particelle nocive si rilasciano proprio durante il processo di produzione, trasporto e smaltimento delle bottiglie. Stai pensando di abbandonare le bottiglie di plastica, ma hai dubbi sulla qualità dell’acqua del tuo rubinetto? Allora può esserti d’aiuto continuare a leggere!

 

 

Erogatore d’acqua: una scelta ricca di vantaggi 

Bere l'acqua del rubinetto rappresenta una scelta sostenibile e responsabile per la tutela del nostro pianeta e della nostra salute. Inoltre, è un’acqua che viene sottoposta a continui e rigorosi controlli di qualità e sicurezza da parte delle autorità competenti, assicurandoti così un prodotto potabile e privo di sostanze dannose. Il solo inconveniente è che a volte, a causa del cloro presente per garantire la disinfezione, può avere un sapore sgradevole, quasi medicinale, che rende l'atto di bere poco piacevole. Per risolvere questo problema senza rinunciare ai vantaggi economici e ambientali di questa scelta, la soluzione è semplice: basta installare un erogatore domestico in grado di affinare l’acqua del rubinetto, eliminando eventuali impurità e migliorandone le caratteristiche organolettiche. In questo modo avrai sempre a tua disposizione acqua fresca, buona e leggera da bere.

Leggi questi articoli per approfondire le diverse tipologie di filtrazione e i benefici di un erogatore domestico:

 

Ogni piccolo gesto conta, e anche le azioni quotidiane possono fare la differenza nel proteggere l’ambiente. Ciascuno di noi ha la responsabilità di preservarlo per le generazioni future, e combattere l'inquinamento da microplastiche è un passo importante verso questo obiettivo.

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Categorie: Erogatori d'acqua, Acqua da bere

Matilde Ricci

Scritto da Matilde Ricci