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La verità nascosta sui benefici dell'acqua alcalina ionizzata

Scritto da Matilde Ricci | 10-feb-2021 14.59.00

Social e Web hanno fatto nascere molte mode, tra queste l’uso dell’acqua alcalina ionizzata alla quale vengono attribuiti innumerevoli benefici per la salute del corpo al punto da prevenire delle patologie. Facciamo quindi chiarezza sui benefici dell’acqua alcalina: sono reali o no?

Ciò che beviamo ha un grande impatto sulla nostra salute. Considerando che la dose d’acqua consigliata per mantenere una buona funzionalità renale è di un litro e mezzo – due litri d’acqua al giorno, siamo di fronte a una notevole quantità di liquido che entra nel nostro organismo. Per questo è corretto dare all’acqua la stessa attenzione, se non di più, a quella che riserviamo alla scelta degli alimenti. Se abbiamo cura di selezionare gli alimenti, perché non farlo anche con l’acqua?

La storia dell’acqua alcalinizzata

Gli studi sull’acqua alcalina iniziarono ai primi del Novecento, insieme a studi su una popolazione asiatica ultracentenaria. L’acqua alcalina fu poi utilizzata nella medicina orientale negli anni Cinquanta e Sessanta e, negli anni Ottanta, l’acqua alcalina iniziò ad essere commercializzata negli Stati Uniti e poi nel resto del Mondo, pubblicizzata come antiossidante per le cellule del corpo anche per la presenza di minerali come magnesio e calcio.

La naturopatia, una pratica di medicina alternativa, sostiene che le malattie vengano causate da un ambiente “acido”, per questo motivo l’acqua alcalina viene pubblicizzata come bevanda utile per ripristinare l’equilibrio acido-basico nell’organismo, migliorare il metabolismo cellulare e prevenire diverse malattie.

Tuttavia, questi benefici non trovano conferme nella letteratura medica, non sono cioè suffragati da alcuna prova.

L’acqua alcalina apporta gli stessi benefici della comune acqua da bere e – questo sì – è comprovato che bere molta acqua (circa due litri al giorno) è salutare.

Quali caratteristiche deve avere l'acqua da bere

Stando alle pubblicazioni scientifiche, la legge prescrive che l'acqua da bere debba avere un PH neutro cioè compreso tra i valori 6,5 e 9,5; per essere definita potabile e quindi idonea all’uso alimentare secondo i parametri dell’Istituto superiore di sanità, l’acqua deve avere una composizione chimica equilibrata e deve essere microbiologicamente pura.

A garantire che questi parametri siano rispettati ci pensano gli acquedotti e le aziende sanitarie locali, che controllano quotidianamente l'acqua del rubinetto in corrispondenza dei punti prelievo dislocati non solo all’acquedotto ma anche lungo le condotte, nel territorio.

Esistono anche le acque minerali in bottiglia specifiche con proprietà mediche, le quali sono regolamentate da specifiche normative e vanno assunte in modo controllato, su indicazione del medico e per risolvere una condizione patologica temporanea o cronica.

È possibile trovare acqua perfettamente salubre e potabile semplicemente aprendo il rubinetto: in questo approfondimento parliamo proprio di questo.

Bere acqua del rubinetto fa male?

L’acqua del rubinetto è controllata, potabile e porta gli stessi benefici dell’acqua in bottiglia. A differenza di questa, essendo addizionata di cloro in quantità non pericolose per la salute umana, ha un gusto sgradevole.

Per eliminare l’odore e il sapore del cloro, è sufficiente dotarsi di un sistema di microfiltrazione applicato al rubinetto, eliminando così il ricorso alle bottiglie di plastica che, in aggiunta, inquinano. Qui trovi un approfondimento completo sugli erogatori a microfiltrazione.

Aumenta la tua consapevolezza sull’acqua che bevi. Scarica la guida gratuita realizzata da esperti dell’acqua per iniziare a vederci chiaro anche su come bere meglio!