Nell’immaginario comune, l’acqua oligominerale è migliore perché “più pura”. A questo concetto ci ha abituato la pubblicità che negli anni ha formato l’idea che sia meglio bere acque “povere di…” vari tipi di sali minerali. Oltre all’acqua oligominerale esistono diversi tipi di acqua e in questo articolo vorrei fare un po’ di corretta informazione.
Ogni acqua è diversa, per via delle sostanze che sono disciolti al suo interno e provengono dalla fonte e dai sedimenti naturali (e artificiali) che incontra nel suo percorso. Le acque dell’acquedotto vengono trattate e controllate chimicamente e microbiologicamente per essere rese potabili e distribuite attraverso la rete idrica. Le acque commerciali vengono trattate e analizzate prima dell’imbottigliamento, all’interno dello stabilimento.
In base al residuo fisso, l’acqua viene classificata in diverse tipologie. In particolare, secondo il Decreto legge 105 del 25 gennaio 1992 le acque vengono classificate in:
- Acqua minimamente mineralizzata con un valore di residuo fisso inferiore a 50mg/l, definita anche “povera di sali minerali”.
- Acqua oligominerale con un contenuto di residuo fisso non superiore ai 500 mg/l, comunemente definita “a basso contenuto di sodio”;
- Acqua minerale con un contenuto di residuo fisso tra 500 e 1500 mg/l.
- Acqua ricca di sali minerali con un contenuto di residuo fisso superiore ai 1500 mg/l o “acqua terapeutica” perché generalmente viene prescritta per risolvere particolari situazioni di salute.
A questo punto è necessaria una precisazione, che sfaterà anche dei falsi miti: un’acqua “leggera”, “più pura” o “con pochi sali minerali”, quindi con un residuo fisso basso non è detto sia migliore delle altre. Infatti, in base alle attività quotidiane svolte, il corpo ha bisogno di sali minerali che si faccia o meno attività sportiva. Se si fa attività sportiva, o si suda molto, a maggior ragione c’è bisogno di queste sostanze che non a caso, spesso integriamo con apposite formule multivitaminiche.
Che tipo di acqua scegliere?
La qualità dell’acqua dipende inoltre da una serie di altre caratteristiche tra cui il ph, il “gusto” che i palati fini percepiscono più di altri, il grado di effervescenza o di frizzantezza che si desidera. Raramente ci si concentra sull’etichetta, mentre spesso le scelte sono condizionate da parametri commerciali come le offerte sui prezzi al supermercato, ma perché continuare a comprare acqua?
L’acqua del rubinetto è potabile e controllata anche più dell’acqua in bottiglia.
Di quale tipo è l’acqua del rubinetto?
Secondo le analisi che si trovano pubblicate anche sul sito internet dell’Ulss o Asl di residenza oppure sul sito dell’azienda acquedottistica (sono dati pubblici e per legge devono essere pubblicati anche online), le acque del rubinetto in Italia sono in gran parte classificate come oligominerali o al massimo leggermente mineralizzate (Residuo fisso < di 500 mg/litro) o medio-mineralizzate (Residuo fisso compreso tra 500 mg/litro e 1500 mg/litro).
In altre parole, dai rubinetti solitamente sgorga acqua oligominerale, leggera, e più controllata dell’acqua commercializzata in bottiglia per il semplice fatto che quest’ultima, una volta imbottigliata, non viene più toccata fino al suo consumo e può sostare mesi e mesi sugli scaffali o nei magazzini dei negozi.
Il “contro” dell’acqua del rubinetto è il suo gusto, influenzato dal cloro che viene addizionato, in percentuale sicura per l’organismo, per mantenerne la salubrità e prevenire la formazione di cariche batteriche nelle tubazioni. Per ciò che riguarda il cloro, la soglia fissata dalla legge italiana è 30mg/litro mentre quella europea è 100mg/litro quindi in Italia lo standard è ancora più “severo”.
Il gusto dell’acqua
- L’acqua di rubinetto, spesso, ha un forte sapore di cloro;
- Preferisco l’acqua frizzante o leggermente frizzante;
- Ho necessità di portare con me tutti i giorni una bottiglia d’acqua, quindi non posso fare a meno di acquistarne.
Di solito, queste sono le “obiezioni” di chi preferisce continuare ad acquistare l’acqua in bottiglia. Per risolvere questi problemi in realtà la soluzione c’è. Sia a livello domestico che per le attività, gli erogatori d’acqua microfiltrata si stanno sempre più facendo largo tra le scelte delle persone.
Con questo dispositivo che ha l’aspetto di una piccola macchina del caffè sul top della cucina, si può avere acqua fredda o a temperatura ambiente, liscia o frizzante; si può anche scegliere il grado di effervescenza desiderato. Gli erogatori prelevano l’acqua del rubinetto e la migliorano nelle qualità organolettiche in modo da rimuovere il gusto del cloro e offrire un’acqua dal sapore più leggero.
A livello familiare o di attività, attraverso l’uso di acqua microfiltrata si dimostra anche di essere attenti all’ambiente, contribuendo concretamente a ridurre i rifiuti di plastica.
Ci sono diverse cose da conoscere sull’acqua per fare delle scelte d’acquisto (e di salute) più consapevoli. Le abbiamo raccolte in questa guida gratuita. Clicca qui sotto per ricevere subito la tua copia.