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Inquinamento plastica: come ridurlo con 3 scelte quotidiane

Scritto da Matilde Ricci | 21-ott-2020 7.15.00

Inquinamento plastica: siamo tutti consapevoli che è necessaria una svolta per evitare di essere sommersi dai rifiuti plastici. Chi vive in Comuni dove vige la raccolta differenziata obbligatoria, soprattutto nella modalità “porta a porta” si rende conto dell’enorme produzione di rifiuti di plastica in casa. In questo articolo trovi 3 strategie quotidiane che possono contribuire al cambiamento.

Imballaggi, sacchetti, confezioni, la nostra cucina e i nostri bagni sono invasi da questo prodotto che conserva cibi e liquidi.

A livello mondiale si stima che il 39% della produzione di plastica è finalizzato al confezionamento di qualche prodotto: igiene personale, alimenti, detersivi e molto altro. Cambiare non è semplice perché la routine serrata dei ritmi quotidiani ci impone di servirci di confezioni che proteggano i cibi, l’acqua e le bevande. Inoltre, spesso i prodotti confezionati risultano più convenienti di quelli artigianali poiché vengono prodotti in modo industriale. Il tema riguarda tutti i Paesi e va affrontato globalmente: ecco una interessante inforgrafica pubblicata sui Social dalla Commissione Europea.

Lottare contro la plastica significa su molti piani condurre una battaglia mondiale e rivoluzionare i consumi: cose del tutto fuori dalla portata di un singolo individuo. Tuttavia, senza cambiare ritmi di vita e abitudini si può iniziare a ridurre il consumo di plastica in casa e nei luoghi di lavoro, persino nelle aziende come ristoranti bar e attività di accoglienza.

Ecco tre cose che possiamo davvero fare tutti, ovunque, quotidianamente, e senza grandi sforzi.

1 Inquinamento plastica: fare a meno dell’usa e getta

La scelta dei Paesi dell’Unione europea è di vietare e sostituire i prodotti di plastica usa e getta. È successo anche in Italia, quando le stoviglie di plastica, le borse della spesa e i cotton fioc sono stati gradualmente sostituiti da materiali biodegradabili.
Salvo occasioni davvero limitate, l’uso di piatti, bicchieri e posate di plastica può essere ridotto moltissimo. Ormai la lavastoviglie è diventata un elettrodomestico onnipresente in case, bar e ristoranti e non si perde più tempo a lavare i piatti.

2 Più attenzione al supermercato

La seconda mossa che consigliamo è modificare alcuni paradigmi degli acquisti.  
Anche nei supermercati si stanno diffondendo sempre più i prodotti alla spina (dal vino ai detersivi, e si trova anche la pasta) che generano un risparmio in quanto non viene applicato il prezzo del contenitore. Nei mercati a chilometro zero è possibile acquistare frutta e verdura freschi e senza imballaggi.
La borsa della spesa si porta da casa e può essere in tessuto: il cotone è anche più resistente e permette di trasportare i prodotti senza rischio di cadute; inoltre le borse per la spesa in tessuto possono essere lavate e igienizzate in lavatrice.
Per i prodotti di macelleria e i formaggi si sta diffondendo l’uso della carta alimentare o di un panno di cotone imbevuto di cera d’api che permette di conservare i cibi più a lungo in frigorifero.

3 Terzo Step: Elimina le bottiglie

Anche di recente, l’Istituto Superiore di Sanità ha ribadito che l’acqua del rubinetto è sicura anche rispetto alla diffusione dei virus.

Secondo l’Iss, l’acqua di rete è sicura e non ci sono giustificazioni sanitarie per scegliere le minerali. “Le correnti pratiche di depurazione – spiegano gli esperti – sono efficaci nell’abbattimento del virus, dati i tempi di ritenzione e i fenomeni di diluizione che caratterizzano i trattamenti, uniti a condizioni ambientali che pregiudicano la vitalità dei virus (temperatura, luce solare, livelli di pH elevati).” Inoltre, negli acquedotti si svolge una fase finale di disinfezione che consente di rimuovere i virus dall’acqua, prima che sia immessa nelle condutture.

 (fonte: Il Fatto Alimentare)

Nell’uso domestico e quello professionale (sia per gli uffici che per le attività Horeca) l’acqua potabile può essere presa in totale sicurezza dalla rete idrica e resa migliore, dal punto di vista organolettico, da erogatori a microfiltrazione.
In questo modo l’acqua è più buona, perde il sapore e l’odore sgradevole del cloro disinfettante e può anche essere erogata in versione fresca o gassata, per accontentare più gusti. I vantaggi ambientali sono enormi: basti pensare che una famiglia di 4 persone getta via, dopo il consumo, anche 40 bottiglie d’acqua a settimana. Qui trovi un approfondimento completo sugli erogatori a microfiltrazione.

L’acqua dell’erogatore può anche essere versata in una borraccia ed essere trasportata al lavoro, in palestra, a scuola, eccetera. Per prendere consapevolezza dell’acqua che bevi, leggi questa guida gratuita. Clicca qui per riceverla direttamente sulla tua e-mail.